Buonasera a tutti.
Ringrazio Repubblica Futura per il gradito invito; come Area Democratica questa è la nostra prima occasione pubblica da quando ci siamo costituiti e quindi per me è un onore portare questo indirizzo di saluto.
Un ringraziamento che acquista ancora più valore alla luce dell’esperienza che ci ha visti, durante la scorsa legislatura, collaborare in maniera positiva su molti fronti, penso - solo per citare un ambito estremamente sensibile per il nostro Paese - ai rapporti con l’Italia e un rinnovato impulso per l’accordo di Associazione con l’Unione Europea . Una legislatura che ci ha fatto anche discutere e affrontare, grazie a delle leggi di iniziativa popolare, di diritti civili, facendo fare degli importanti passi avanti a San Marino. Il rispetto reciproco e il dialogo franco, anche acceso a volte, ci ha permesso di collaborare al meglio e sicuramente conferma l’intendimento che in un quadro di centro sinistra, Repubblica Futura sia il nostro interlocutore a rappresentanza di un’area di centro, più liberale, con la quale è possibile condividere un progetto, una visione di Paese.
Prendo spunto dal vostro manifesto: “ripensare, rifondare, ricostruire la nostra comunità”.
Un proposito che dovrebbe essere collettivo, di tutti, perché era veramente da tempo immemore che la nostra comunità non viveva un periodo così polarizzante. Lo abbiamo visto quando abbiamo fatto insieme l’esperienza di governo e lo vediamo anche in questa legislatura. Il voler alimentare sempre questo scontro ha fatto sì che la politica si allontanasse ancora di più dalla società, dalle cittadine e cittadini.
Voglio chiarire: non sto parlando di crisi dei partiti, quella ormai è storia annosa, ma di autoreferenzialità della politica.
Ed è in questo avvitamento su se stessa, in cui i suoi protagonisti sono più impegnati ad autoincensarsi e puntare il dito contro l’avversario di turno invece che ascoltare le necessità reali e programmare il futuro di questo Paese, che la politica interrompe il rapporto con la propria comunità.
Ricostruire. Ricostruire è un verbo splendido perché è sinonimo di consapevolezza. Ricostruire il legame con la comunità, per la politica significa fare un passo indietro, qualificarsi, trovare competenze ed ascoltare.
Come Area Democratica, nel 2019, abbiamo deciso di non candidarci per dei motivi politici chiari e, nonostante il tentativo di taluni di screditarci, la nostra scelta si basava nel constatare la totale mancanza di chiarezza e visione che i partiti, già in clima elettorale, avevano.
Lo credevamo all’epoca - e continuiamo a credere - che il Paese meriti chiarezza, spiegazioni e proposte concrete.
Durante la nostra esperienza in maggioranza, la mancanza di iniziativa in alcuni ambiti è stata derubricata alla convinzione che “per le riforme servissero grandi numeri”. Ora i grandi numeri ci sono, ma le riforme sono solo enunciate e nessuna se ne vede all’orizzonte.
Il problema non erano - e non sono - il numero di Consiglieri di una maggioranza, ma la volontà di fare le riforme, di sedersi al tavolo con le controparti e parlare chiaramente.
È impensabile ricostruire e rifondare una comunità se chi è stato eletto per prendere decisioni, rinuncia.
Il punto nevralgico è sul perché e su come si formano le maggioranze.
L’attuale maggioranza, credo sia sotto gli occhi di tutti, ha trovato il suo collante su un tema: la giustizia. Su quello vanno d’accordo. L’obiettivo era terra bruciata e questo hanno fatto. Le conseguenze di quelle scelte, se ancora qualcuno non le avesse viste, le avremo tra qualche anno, perché solo chi ignora - o chi è troppo arrogante - può pensare che non ci saranno ripercussioni in ambito internazionale.
Per il resto i grandi numeri a cosa stanno servendo? Riforma del pubblico impiego? Riforma pensionistica? Accelerazione sull’Accordo di Associazione? Attrazione di investimenti? Niente. Nessuno risponde all’appello.
La riflessione per ricostruire questo rapporto con la società non può prescindere da una visione del Paese, da una soluzione ai problemi, da una proiezione di che tipo di Paese vogliamo lasciare in eredità.
Le nostre concittadine e concittadini hanno dimostrato di essere molto più maturi della classe politica che hanno espresso. Lo hanno dimostrato non più tardi di due settimane fa con un referendum sul tema più delicato probabilmente su cui si sarebbero potuti esprimere.
Ora tocca alla politica tutto dimostrarsi all’altezza della propria comunità.
Questa è la vera sfida: essere all’altezza della nostra comunità.
Siamo convinti che l’orizzonte da costruire sia quello di un centrosinistra che sappia contrapporsi con convinzione alla politica delle concessioni, degli “amici degli amici”, dello stallo, delle calunnie. Solo così saremo in grado di ricostruire, attraverso progetti e credibilità. Il Paese se lo merita.
Io ringrazio nuovamente, a nome di Area Democratica, gli amici di Repubblica Futura e vi auguro un buon lavoro per la vostra assise.
Grazie.
p.Area Democratica
Vanessa D'Ambrosio
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