Come mai Area Democratica ha deciso di candidarsi nella lista di Repubblica Futura, un movimento politico apparentemente distante rispetto alla vostra collocazione politica?
Con Repubblica Futura abbiamo ripreso un dialogo già da prima della crisi di governo, ed abbiamo condiviso tanti progetti e proposte che poi sono confluite nel programma di governo per la prossima legislatura.
Non nego come ci sia una diversità di vedute su alcune tematiche, e che infatti vedono i rappresentanti di Area Democratica quali candidati indipendenti nella lista, ma abbiamo deciso in questa fase di far prevalere ciò che unisce piuttosto che ciò che ci divide, anche perché sono tanti i punti su cui abbiamo trovato piena sintonia. A questo aggiungo che il percorso che abbiamo intrapreso si è basato su un rapporto di reciproco rispetto fra persone che sanno mantenere la parola data.
Non teme che la vostra scelta possa non essere compresa dal vostro elettorato?
No, non credo perché il programma sul quale abbiamo lavorato e che abbiamo messo a disposizione dei cittadini, è completo ed estremamente dettagliato e contiene tanti temi che a noi da sempre sono cari, come la necessità di disegnare una nuova politica sulla casa e la valorizzazione dello strumento dell’ICEE per garantire maggiore efficacia alle misure di sostegno erogate dallo Stato. Queste due su tutte credo che siano le misure più urgenti sulle quali il prossimo governo, qualunque sia, dovrà intervenire immediatamente.
Sono convinto che i cittadini sapranno valorizzare i contenuti e la serietà di chi propone a dispetto delle sigle, dietro le quali ormai non si cela nulla.
A proposito di politiche sulla casa, oggi sono in tanti a lamentare come i prezzi degli immobili sia da acquistare che da prendere in affitto siano alle stelle.
Negli ultimi due anni abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza rispetto al decennio precedente caratterizzato da immobili sfitti e prezzi più abbordabili.
Penso che questo problema in parte derivi da un’eccessiva estensione del perimetro delle residenze atipiche, come ad esempio anche ai pensionati stranieri, e dall’altro da una concentrazione degli immobili in capo a pochi soggetti.
In questo senso credo sia necessario prevedere in primo luogo un percorso che stimoli gli istituti di credito che oggi hanno in pancia una fetta consistente del patrimonio immobiliare, a mettere in affitto le abitazioni, senza doverle tenere sfitte in attesa magari di essere vendute.
Secondariamente è necessario rivedere la normativa sul mutuo prima casa. Oggi a San Marino si pagano interessi sui mutui che sono più del doppio rispetto a quelli che si pagano per esempio in Italia, mentre lo Stato rimborsa solamente una minima parte degli interessi – già alti – che le famiglie pagano.
La percezione comune è che complessivamente il comparto sanitario sia diventato un problema, con liste d’attesa interminabili e medici che se ne vanno.
L’impressione è che l’allungamento dei tempi per potersi sottoporre ad una visita specialistica, porti sempre di più a rivolgersi alla sanità privata, mettendo così a rischio il sistema universalistico dell’ISS.
É fondamentale lavorare sulle modalità di reperimento del personale sanitario, allineando i meccanismi contributivi dei medici italiani che lavorano nel nostro ospedale, favorire un interscambio dei sanitari che lavorano a San Marino in strutture sanitarie italiane in modo da aumentare la casistica, e ridurre il livello di burocrazia al quale è sottoposto il personale sanitario.
Contemporaneamente è indispensabile rivedere l’intero comparto sociosanitario che, in particolare nel corso dell’ultima legislatura, è stato messo fortemente in discussione, allontanando quelle professionalità che tanto avevano dato in passato alla tutela dei minori e delle fasce più deboli della società.
Sotto il profilo del welfare però negli ultimi anni si sono visti interventi a sostegno della famiglia. Sono sufficienti?
No. Credo che la legge che ha rivisto gli interventi a sostegno della famiglia sia assolutamente insufficiente.
É necessario prevedere un periodo di congedo di paternità più ampio rispetto agli attuali dieci giorni, l’introduzione di permessi retribuiti per i genitori nei primi sei anni di vita dei figli per far fronte a malattie e visite mediche, e soprattutto è necessaria una effettiva parificazione delle condizioni di assistenza fra lavoratori dipendenti e autonomi, ed in generale una maggiore flessibilità nell’ambito lavorativo per le donne.
Un altro tema che sembra scomparso dalle agende politiche è quello della revisione della legge sul diritto di famiglia, tale da permettere, fra l’altro, di accelerare l’iter giudiziario delle separazioni, che oggi spesso hanno una durata irragionevole.
Tutti questi interventi però richiedono coperture finanziarie. Le risorse pubbliche però scarseggiano tanto che il Governo nella legislatura appena conclusa ha contratto un debito estero che comunque deve essere onorato. Ci sono margini per trovare delle risorse da destinare alle iniziative che proponete?
Il debito estero contratto da questo governo costa circa 22 milioni di euro all’anno di soli interessi, a fronte di soldi ottenuti non per finanziare progetti ma da investire nella spesa corrente. É evidente come queste risorse di fatto vengano sottratte agli interventi sul sociale.
Il debito che oggi grava sui sammarinesi, dovrà necessariamente essere rinegoziato, privilegiando strumenti che permettano la sottoscrizione del debito pubblico da parte dei cittadini e delle istituzioni sammarinesi. Il livello del risparmio interno infatti è notevole specialmente se rapportato alla nostra realtà, e credo che incentivare i sammarinesi o gli enti previdenziali a investire e sostenere il debito pubblico sia fondamentale.
Infine una battuta in merito alla libertà di espressione. La cronaca di questi ultimi anni ci ha raccontato come siano proliferati i casi di azioni contro dei cittadini che avevano espresso la propria opinione. É fisiologico o c’è qualcosa di distorto?
Quello che trovo inaccettabile è che sempre più spesso, è proprio il Governo a promuovere denunce e azioni di vario genere contro semplici cittadini che avevano espresso la propria opinione, con l’effetto di intimidire chi la pensa diversamente. É assurdo che esponenti politici, facendosi scudo del ruolo che ricoprono, si scaglino contro chi ha rivolto loro delle critiche, e per di più a spese dello Stato. Questo fa ancora più specie se si considera che molto spesso chi oggi si indigna per gli attacchi rivolti, ieri non esitava a instillare odio nei confronti di avversari politici.
San Marino, 05/06/2024
Commenti